INTERNAZIONALE

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Il consenso negato 0

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La giornata di mercoledì potrebbe iscriversi nel manuale di storia greca contemporanea, come ”la giornata nera’‘ di un primo ministro in preda al panico. Mentre Atene era invasa dalle migliaia di manifestanti dello sciopero generale che convergevano tutti sulla piazza delParlamento con gravi scontri tra forze dell’ordine e dimostranti in piazza Syntagma, al Parlamento, blindato dalle barriere di ferro poste dalla polizia, veniva presentata la nuova manovra finanziaria di 28 miliardi di lacrime e sangue.

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La crisi, l’Europa e il silenzio della sinistra 0

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La devastante situazione economica è il frutto di scelte politiche sbagliate: perché la sinistra non le denuncia con forza? Tirare la cinghia non basta: bisogna cambiare i modelli di sviluppo

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Belgio. L’aria «magique» di Place Moscou 0

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«Pourquoi es tu là ?». In realtà  non è una domanda, è un invito. Un invito a spiegare, a sé stessi, agli altri, ai commercianti e ai vicini cosa ci fanno alcune tende, una cucina da campo, una mezza dozzina di divani e un bel po’ materassi nel bel mezzo di place Moscou, quartiere di Saint Gilles, Bruxelles. Le risposte esprimono la varietà  che anima il movimento di piazza di queste settimane. «Vogliamo riprendere la parola», «in Europa non c’era un movimento sociale dai tempi della guerra in Iraq», «il clima politico è ormai intollerabile e adesso è il momento che il sentimento di rivolta si esprima».

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Sbilanciamoci: dieci proposte al governo per la cooperazione internazionale 0

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L’Italia conferma il suo ruolo sempre più marginale nelle politiche europee di cooperazione internazionale ed è fanalino di coda nelle classifiche dei donatori e negli impegni economici presi. E’ la chiara fotografia che emerge dal Libro Bianco sulle politiche pubbliche di cooperazione allo sviluppo in Italia, presentato ieri a Roma dalla campagna Sbilanciamoci!.

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Flotilla 2, la Turchia ci ripensa 0

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Il governo Erdogan pronto a fermare la principale nave della spedizione pacifista. Ankara spinta a far pace con Israele dopo la strage di un anno fa sulla «Marmara»

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“È una crisi senza fine il regime ucciderà  ancora” 0

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«Sarà  una crisi lunga. E sanguinosa. Nessuno può prevedere come finirà , ma sappiamo di certo che il regime di Bashar al Assad ha mostrato la sua vera faccia: quella di un gruppo di assassini. L’attuale presidente non è diverso dal padre, un massacratore a sangue freddo: e farà  di tutto per non perdere il potere. Di tutto». Il parere di Fouad Ajami è di quelli che pesano sulla scena della politica internazionale: professore alla Johns Hopkins School of Advanced International Studies, è uno degli analisti più ascoltati della scena americana, columnist fisso di Time, Wall Street Journal e New York Times.

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Al Qaeda, l’ora di Zawahiri il dottore guida la sua creatura 0

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Gli Usa: “Lo uccideremo come Osama Bin Laden”. Egiziano, figlio di una importante famiglia del Cairo, da sempre tra gli islamisti radicali. Cercherà  di rilanciare la lotta contro l’Occidente senza far rischiare l’organizzazione

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Al volante! Le donne saudite sfidano il regime 0

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In pistaOggi centinaia, forse migliaia di suddite violeranno le norme maschiliste del regno e affronteranno le milizie agli ordini delle gerarchie religiose wahabite. Ieri nella capitale i primi fermi In pista. In rete sono circolate le istruzioni su come presentarsi al d-day: «Allacciate la cintura e partite, pronte a violare la legge che vi vieta di guidare un’auto. Indossate il velo, sventolate una bandiera nazionale, portatavi un cellulare e viaggiate con un uomo per proteggervi»

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Al confine con la Turchia tra i profughi siriani che dopo le proteste hanno subito le violenze dei soldati. Umiliati e feriti ma decisi a lottare 0

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guvecci (Frontiera turco-siriana) – Non sono né disperati, né rassegnati. E da questa grande terrazza sul Nord della Siria, che è la provincia turca di Antiochia, guardano i villaggi da cui sono fuggiti con occhi asciutti, senza nostalgie. Semmai un sentimento alberga nei loro cuori, è la rivalsa, il desiderio ardente di tornare in Siria da vincitori, naturalmente dopo che Assad se ne sarà  andato. Per questo, più che profughi, i siriani che hanno trovato rifugio in Turchia sembrano piuttosto dei militanti che hanno deciso di continuare la loro lotta con altri mezzi, il telefonino che li mantiene collegati alla loro “rete” oltre confine, e con la parola, i racconti che aggiungono orrore ad orrore e sfidano le versioni edulcorate della propaganda di regime.

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Giornata di resistenza in Orissa 0

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Da un lato centinaia di poliziotti in tenuta antisommossa, dall’altro oltre 3.000 abitanti di alcuni villaggi rurali sulla costa dell’Orissa, stato dell’India affacciato sul golfo del Bengala. Si sono fronteggiati per un’intera giornata, «uno dei casi più esemplari di resistenza pacifica degli ultimi anni», dice la cronaca diffusa dal Environment support group India, rete di attivisti ambientali indiani. È l’ultimo episodio di una nuova ondata di proteste che coinvolge gli abitanti di alcuni municipi rurali nel delta del fiume Mahanadi, distretto di Jagatsinghpur, in Orissa, la zona dove il gruppo sudcoreano Posco progetta di costruire una grande acciaieria con annesso un porto: è il singolo più grande investimento diretto straniero nel paese.

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La Palestina che non t’aspetti in piazza a Milano 0

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In questi giorni a Milano si sta svolgendo l’evento «Israele che non ti aspetti», una kermesse propagandistica organizzata dall’Ambasciata israeliana in collaborazione con gli enti locali lombardi, per raccontare «un Israele diverso da quello di Stato interessato da un conflitto».

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Comienzan sin incidentes las sesiones en las Cà¡maras de Cataluà±a y Valencia 0

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La capital catalana ha amanecido tranquila y los diputados han empezado a entrar en el Parlamento. Los indignados està¡n convocados desde las diez frente a las Cortes valencianas

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Il paradigma portoghese 0

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Il paese affonda nella crisi sociale ma mobilitazioni e scioperi sembrano oggi inefficaci

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In piazza per Assad E la repressione non si ferma 0

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DAMASCO – Ieri mattina un messaggio della compagnia di telefonia mobile Mtn (privata) firmato da «Gioventù siriana» invitava a partecipare al dispiegamento della più grande bandiera siriana a Damasco. Sull’autostrada nel quartiere di Mazzeh, al centro di Damasco, è stata srotolata una bandiera siriana lunga 2,300 mt, la più grande mai realizzata.

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Cina, la rivolta degli operai nella capitale dei blue jeans 0

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Salari bassi, corruzione e sfruttamento. Nella regione del Guangdong migliaia di lavoratori sono scesi in strada Chiedono più diritti, il rispetto dei proprietari delle aziende, assistenza sociale. E Pechino manda l’esercito. Qui si guadagna da 45 a 90 euro al mese per turni da 18 ore. Chi protesta viene picchiato


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“Troppe contraddizioni sulle rivolte arabe così l’Italia perderà  peso in Nordafrica” 0

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Romano Prodi a Washinton per presiedere la seconda conferenza internazionale “53 Countries One Union”. Aumenterà  l’influenza di quei paesi che hanno strategie più chiare: Francia, Inghilterra Cina e Turchia

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Arrestati gli informatori della Cia tra Usa e Pakistan è guerra di spie 0

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Hanno collaborato all’operazione Bin Laden. Gelo di Washington. La “vendetta” di Islamabad rimasta all’oscuro del blitz contro il capo di Al Qaeda In manette anche un alto ufficiale dell’esercito

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Peràº, regione del Puno. La sfida 0

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È uno dei primi conflitti sociali che dovrà  affrontare il neoeletto presidente peruviano Ollanta Humala. La popolazione dell’altipiano del Puno, alla frontiera con Bolivia, ha ripreso nell’ultima settimana uno sciopero a oltranza contro le compagnie minerarie. Qui infatti un coordinamento popolare («il Fronte di difesa delle risorse naturali della Zona sud») chiede che il governo centrale revochi il decreto che permette alla compagnia Santa Ana del Peru SA, succursale peruviana della canadense Bear Creek Mining Company, di estrarre argento e altri minerali nelle loro terre.

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Turchia, un’analisi del voto 0

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Il premier Erdogan vince, ma manca la quota per la riforma costituzionale

Una vittoria annunciata. Il Partito Giustizia e Sviluppo (Akp) del premier Erdogan ha conquistato la maggioranza dei seggi nelle elezioni nazionali tenutesi in Turchia lo scorso 12 giugno. Con quasi il 50 percento dei voti (49,9%) l’Akp è il primo partito del paese, incalzato dal partito repubblicano del Chp che ha raggiunto il 26 percento dei consensi. Anche il partito nazionalista Mhp è riuscito a superare la difficile soglia di sbarramento del 10 percento, arrivando al 13 percento.

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Sciopero paralizza Grecia. Scontri ad Atene 0

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Scontri tra manifestanti e polizia davanti il parlamento di Atene

La protesta contro il programma di austerità  del governo

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